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Una ricerca mette in evidenza quali sono le principali lacune in ambito SEO dei siti web aziendali delle piccole e medie imprese.
Se fossimo in grado di sapere qual è lo stato della SEO dei siti delle piccole aziende cosa uscirebbe fuori? Servirebbe uno studio, un’analisi tecnica su un campione di siti aziendali abbastanza rappresentativo. Qualcosa del genere è riuscito a fare Fresh Chalk, sito americano che si occupa di marketing locale, che ha esaminato 150 mila siti web di piccole aziende.
D’accordo, si tratta degli Stati Uniti ma è comunque uno studio significativo perché 1) gli USA sono il paese che ci detta le best practice in ambito web, e 2) perché la SEO è una disciplina uniforme, le sue regole non cambiano tra paese a paese perché alla fine il luogo virtuale (Internet) dove si trovano i siti è lo stesso per tutti.
Quelli di Fresh Chalk si sono chiesti: l’impostazione SEO dei siti aiuta veramente le piccole aziende a essere trovate su Google più facilmente?
Quali sono i fondamentali requisiti SEO per siti web aziendali
Da qui iniziamo a parlare un gergo un po’ più tecnico, quello di esperti SEO, perciò potrebbe esserti utile una guida specifica.
Alcuni elementi di discussione importanti della ricerca vengono subito fuori da questo grafico:
Le voci riguardano alcuni pilastri della SEO, requisiti che anche per noi in Italia sono indispensabili. Notiamo che se il ‘tag title’ è presente in tutti i 150mila siti analizzati, ‘solo’ nel 68% dei casi è presente un tag h1.
No Index? No Google
Una percentuale piccola che riguarda un difetto SEO può sembrare qualcosa di poco conto, non però se risulta in un ‘no index’ del tuo sito, stai cioè dicendo a Google di non indicizzare la tua pagina. Questo succede, secondo lo studio che stiamo analizzando, più spesso di quello che dovrebbe e sul motore di ricerca e non aiuterebbe certo la tua visibilità.
La frequenza di questo erroraccio è più evidente in questi servizi per realizzare siti:
Squarespace è un sistema di Site Building presente anche in Italia, così come Wix e Weebly. WordPress.com e Godaddy sono principalmente dei servizi di hosting che ti danno anche la possibilità di costruirti un sito all’interno dei loro servizi. Fai attenzione: come già abbiamo fatto presente più volte, la strada del sito fai da te può costarti molto più cara del prezzo che paghi per questi servizi. Le promesse che fanno sono tante, ma poi i risultati sono questi, come puoi vedere.
Come curare al meglio il Tag H1
In particolare, Weebly è un disastro dal punto di vista SEO anche per la questione del tag H1, secondo Fresh Chalk. Google My Business risulta essere un grande aiuto in molti dei parametri esaminati. Anche noi ti abbiamo suggerito più volte di attivare un profilo My Business per la tua azienda. Tieni presente però che si tratta pur sempre di un servizio Google e che quindi è soggetto alle sue politiche e strategie di visibilità, legate ad algoritmi che cambiano e logiche commerciali (es. Investi in pubblicità su Google oppure no?).
Perciò è sempre meglio investire prima di tutto nella SEO ‘on site’, sulle pagine del tuo sito, in modo da non dipendere solo da Google e di essere ben posizionato anche sugli altri motori di ricerca.
Chi vince nelle Serp di Google?
Tra le migliaia di ricerche fatte su Google, su piccole e media imprese, circa 1 risultato su 4 si riferisce a una delle 150 mila aziende in esame. Il resto dei risultati erano in genere directory, siti di notizie, annunci di lavoro, ecc.
Se guardiamo ai primi cinque risultati di ricerca organici su Google, la directory che compare più spesso è Yelp nel 92% dei casi (!), e questo per tutte le ricerche per categoria di piccole e medie imprese. Questo risultato, che i ricercatori definiscono ‘sorprendente’, ci riporta al SEO local e alle attività da mettere in pratica che abbiamo già esaminato in altri articoli di questo blog.
Abbiamo scritto di come la presenza nelle directory locali e in servizi come Yelp, presente anche in Italia, sia fondamentale.
Ranking e Meta Description
I siti web aziendali con una Meta Description hanno un posizionamento migliore, per il 17% dei casi, di siti che in cui non è invece presente. Google ha da tempo affermato come questo non sia un fattore di ranking, tuttavia, una Meta Description decente aumenterà il CTR (Click Trough Rate, cioè la percentuale di click) dai risultati di ricerca, aumentando di conseguenza anche il tuo ranking su Google.
Ranking e Schema.org
I cosiddetti tag Schema migliorano il modo in cui i motori di ricerca comprendono e visualizzano il tuo sito web nella SERP. Questi tag sono molto popolari, sono infatti presenti nel 48% dei siti delle piccole e media imprese esaminate.
Secondo la ricerca, il tag schema che influisce di più in positivo sul posizionamento su Google è AggregateRating.
Ranking e Link esterni
Avere all’interno del tuo sito aziendale link ad altri siti costituisce un fattore migliorativo del ranking. Un imprenditore potrebbe dire: “Devo fare tanta fatica per portare visitatori sul mio sito, perché dovrebbero esserci dei link che portano le persone sui siti di altri?”.
Questo modo di pensare va un po’ contro quello di Google, evidentemente, ma anche quello del web in generale, che è fatto proprio di un insieme gigantesco di contenuti ipertestuali e di rimandi ad altri contenuti che non risiedano esclusivamente nel sito in questione.
Conclusioni
Non trascurare l’aspetto della SEO on site del tuo sito web aziendale. Come hai potuto leggere, ci vuole competenza tecnica e non è una cosa che puoi risolvere con il semplice fai da te. Affidati a dei professionisti se non vuoi correre il rischio che il tuo sito sia invisibile.
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